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Capita non raramente di avere una curiosità, di voler provare un’esperienza ma per qualsiasi motivo troviamo nella nostra mente tutta una serie di difficoltà che sembrano irrisolvibili. Nel mio caso spesso sento dire: “Non ho le pellicole, non so dove comprarle” oppure “Non ho la macchina analogica, ho la macchina di mio nonno ma non so se ancora funziona.”

Vorresti entrare in camera oscura ma credi di non avere i mezzi.

Credo in tutti i casi possibili, non solo con la fotografia, quello che spinge forte verso un’azione sono due cose: la curiosità e la motivazione.

In questo post Salvatore Diana vi racconta la sua esperienza in camera oscura,
perché tra il domandarsi come si fa una cosa e operarsi a farla il passo è breve.

“É accaduto tutto all’improvviso, istantaneo. Nutrendo la mia ammirazione verso i grandi fotografi e i loro scatti, mi chiedevo:’’ ma come hanno fatto? ’’ In un’epoca in cui il digitale , quindi l’immediato, ancora non esisteva, lo scatto diventava concreto con un’alchimia di tecnica, tempo e passione, allora mi sono chiesto: ‘’ Perché non posso farlo anche io? ‘’ Mi sembrava un mondo parallelo, distante, un lusso che non potevo permettermi. Dove la trovo una camera oscura? Gli acidi ? La pellicola? E soprattutto, la fotocamera? Alla fotocamera ci ha pensato lo speciale regalo di mio padre. Mancava l’esperienza, ma presto è arrivata.É successo al corso di fotografia dell’Accademia. La prima volta sono stato molto vincolato dal giudizio del professore, ma dopo aver rubato i consigli e i suoi insegnamenti, ho voluto sperimentare e un fortunato incontro con Tonia mi ha aperto le porte che credevo chiuse. Da lì in poi la voglia di fare era tanta perché quando vedi quella magia la prima volta vuoi rivederla ogni giorno. Sono entrato nella camera oscura in cui l’assenza di vincoli ha creato un rapporto più intimo tra me e la fotografia perché ciò che scattavo era mio e lo creavo con le mie mani. Da solo, al buio, di fronte al rullino e dopo vari procedimenti, osservi i negativi. La prima volta è sempre un’emozione unica, quasi ti vengono le lacrime agli occhi (posso essere sdolcinato e questa frase può essere inserita un bigliettino di un bacio Perugina, ma è così). Non finisce qui. C’è la stampa o quando il tuo pensiero , la tua visione diventa concreta, reale, hai finalmente qualcosa tra le tue mani. L’inizio è stato un disastro, le foto erano bianche, troppo scure, dimenticavo dei passaggi, non mi demoralizzavo anzi mi incentivava a rifare, a riuscire nel mio intento: avere la foto che riflettesse la mia idea. La mia sensazione di ansia mi pervadeva ma il tutto è scomparso nel momento in cui è emersa la foto dalla vasca. Presa e stesa nell’atmosfera rossa della stanza che rende il tutto ancora più intimo e suggestivo il momento e scoprivo che quella pratica che sembrava per pochi , in realtà potevo farla anche io e perché no, anche tu! Ti invito a venire in camera oscura, perché credimi, è un momento di pausa, un momento di estrema intimità tra te e te stesso, un momento di pura poesia che ti riempie gli occhi di meraviglia nello scoprire che ciò che hai pensato adesso è tra le tue mani.”

A questo punto chiudo questo post con il video di marzo 2018 dove facciamo vedere quello che succede nello studio e nella camera oscura di Artigianato Fotografico. Puoi espormi domande, ti risponderò.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=ZVeBuqsy6lg&w=560&h=315]

https://www.youtube.com/watch?v=ZVeBuqsy6lg

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Tonia Capriello

Author Tonia Capriello

Il mio tempo lo archivio tra le parole e la comunicazione visiva, da 20 anni è il mio lavoro. Artigianato Fotografico è il mio studio. Credo che per imparare bisogna fare appassionatamente.

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